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Pace fiscale: i 4 step di un’oppurtunità per chi non ha aderito alla rottamazione.

La fattibilità e la convenienza della pace fiscale dipenderanno da quattro fattori: le somme contestate dal Fisco; il raccordo con le rottamazioni delle cartelle già in corso; lo stato dell’eventuale contenzioso; l’esistenza di debiti Iva il raccordo con le rottamazioni;
1) Somme contestate dal fisco: di certo c’è che la soglia non è più 100mila euro, ma 500mila come indicato nel Piano nazionale per le riforme: gran parte (98%) dei 871 miliardi di tasse non riscosse sono in mano ai piccoli evasori, con cartelle inferiori ai 100mila euro. Il 70% in mano a evasori con cartelle superiori ai 500mila euro. Ecco perché la Lega vorrebbe alzare la soglia della pace fiscale a 1 milione di euro, per recuperare più risorse.
2) Raccordo con le cartelle già in corso:
Il governo dovrà decidere quale sarà il limite massimo per poter aderire alla pace fiscale e ogni contribuente verrà valutato sommando tutte le cartelle pendenti o se queste verranno considerate in maniera separata.
3) Stato del contenzioso
Si parla di escludere quelle pendenti in Cassazione (in totale l’11% dei contenziosi aperti), considerando invece quelle con un procedimento in primo o secondo grado (da capire a quali date il giudizio deve risultare pendente per accedere alla pace fiscale). Di fatto, l’esclusione delle liti davanti alla Suprema corte interesserebbe poco più dell’11% del contenzioso tributario.

4) Tipo di tributo:
per l’Iva le regole Ue non permettono di fare una sanatoria vera e propria. Dunque chi ha cartelle esattoriali sull’Iva, e non su Ires o Irap, alla fine è probabile che pagherà di più rispetto ad altri. Non è poi ancora chiaro, se nella pace fiscale saranno compresi anche i debiti contributivi e quelli con gli enti locali (es: Tari), anche perché le cartelle verso i Comuni e quelle dei debiti contributivi valgono il 17% del totale delle cartelle.
Stando a quanto previsto dal programma, ai contribuenti con debiti nei confronti del Fisco verrà data la possibilità di aderire alla pace fiscale pagando una percentuale minima della cartella: l’importo dovuto verrà calcolato in base alla specifica situazione economica di ciascun soggetto ammesso alla procedura. Potrebbero essere previste tre diverse aliquote di pagamento, pari al 25%, al 10% e al 6%, applicate in base al reddito. Un esempio per capire in concreto come funziona la pace fiscale e quanto bisognerà pagare:
• pace fiscale al 6% per debiti di 150.000 euro di un contribuente in difficoltà economica: l’importo da pagare con il meccanismo di saldo e stralcio sarà pari a 9.000 euro;
• pace fiscale al 10% per debiti di 150.000 euro di un contribuente con una situazione economica nella media: saldo e stralcio e pagamento di 15.000 euro per mettersi in regola con il fisco;
• pace fiscale al 25% per debiti di 150.000 euro di un contribuente in buone condizioni economiche: importo da pagare pari a 37.500 euro.
In media, secondo i calcoli effettuati, sarà necessario pagare il 15% del proprio debito fiscale per regolarizzare la propria posizione nei confronti del Fisco ma per Armando Siri la maggior parte di cittadini, imprese e società aderiranno alla pace fiscale pagando un’aliquota del 25%.

2018-10-03T07:22:53+00:00