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“Risparmiometro” 2018: nuovo strumento di controllo dell’agenzia delle entrate sui risparmi e incongruenze con la dichiarazione dei redditi.

Il Risparmiometro controlla e verifica eventuali incongruenze tra quanto risparmiato e depositato e quanto dichiarato dal contribuente con la dichiarazione dei redditi. In caso di incongruenze evidenti, uno scostamento del 20% tra il dichiarato ed il risparmiato, scatta l’accertamento fiscale e l’eventuale applicazione della cd. tassa sui risparmi,in sede di contraddittorio, il contribuente, è invitato a presentare tutte le prove e documenti attestanti la legittimità dei suoi averi. Nel caso in cui le prove portate non siano sufficientemente esaurienti, l’Agenzia delle Entrate, potrebbe procedere ad applicare la cd. tassa sui risparmi ma non su tutta la somma depositata in banca o in posta ma solo su quella parte che, sia ritenuta troppo alta rispetto ai redditi dichiarati in precedenza.
Nello specifico il risparmiometro controlla:
• conto corrente bancario;
• conto corrente postale;
• conti deposito ed obbligazioni;
• buoni fruttiferi;
• carte di credito;
• prodotti finanziari emessi da assicurazioni;
• prodotti finanziari emessi da società che si occupano di compravendita di metalli preziosi.
Si applica a tutti i cittadini residenti in Italia intestatari di uno o più conti correnti, conti deposito, buoni fruttiferi, carte di credito, prodotti finanziari ecc, con un codice fiscale valido presente nella banca dati dell’Amministrazione tributaria.
– Con il risparmiometro 2018: partirà la prima fase di sperimentazione sulle persone fisiche con controlli selettivi per il periodo di imposta 2013-2014;
– Con il Risparmiometro 2019: partirà la seconda fase e si applicherà anche alle persone giuridiche.

2018-03-30T07:54:35+00:00